Nei giorni scorsi,
alcuni fatti di cronaca hanno portato alla ribalta il tema della relazione tra
gli uomini e gli animali selvatici: la vicenda del piccolo bisonte diYellowstone (foto) condannato da
turisti che volevano aiutarlo, e l’analogo episodio a carico di un cucciolo di lupo sull’appennino Tosco-Romagnolo, inducono alcune
riflessioni sul modo in cui viviamo i rapporti tra l’uomo e il resto della
natura.
Protagoniste
di entrambi gli episodi sono persone degne della massima stima:
amano appassionatamente la natura, e sono disposte a darsi da fare per essere d'aiuto.
A volte però, dimenticano di approcciare gli animali con un’ottica
ecologica, nel senso proprio del termine, cioè tenendo conto del contesto e
dell’ambiente nel quale si trovano, e li osservano con occhi filtrati da
prospettive, sentimenti e valori strettamente umani, completamente estranei ai
meccanismi naturali.
La natura ha
regole ferree ed estremamente complesse, ma nessuna etica, non è “buona” nel
senso che noi esseri umani diamo a questo termine. I suoi meccanismi producono
vita e morte, senza chiedersi se sia “giusto” o
“sbagliato”.
Per rimanere agli
episodi da cui siamo partiti, un cucciolo solo non è necessariamente
abbandonato, probabilmente è in attesa che la madre venga a
recuperarlo. Spostarlo o semplicemente toccarlo significa spesso condannarlo a
morte. Se è rimasto effettivamente solo, ad esempio perchè non tiene il passo
del suo gruppo, i meccanismi della natura prevedono che soccomba, evitando in
questo modo che un esemplare debole sia un peso o un pericolo per il branco, e che i suoi
geni vengano trasmessi alle generazioni successive. Può sembrare un meccanismo
crudele o cinico, ma questi sono aggettivi che si addicono alle relazioni
umane. Per la natura, e per gli scienziati che la studiano e la comprendono
compiutamente, questa si chiama selezione naturale, ed è il processo
fondamentale dell’evoluzione, che ha portato tutte le specie, incluso l’uomo,
ad avere le caratteristiche che oggi conosciamo.
Tentare, sia pure
animati da buone intenzioni, di modificare questi processi, è nella migliore
delle ipotesi inutile, in molti casi dannoso.