lunedì 30 maggio 2016

amare gli animali o collezionare peluche?


Nei giorni scorsi, alcuni fatti di cronaca hanno portato alla ribalta il tema della relazione tra gli uomini e gli animali selvatici: la vicenda del piccolo bisonte diYellowstone (foto) condannato da turisti che volevano aiutarlo, e l’analogo episodio a carico di un cucciolo di lupo sull’appennino Tosco-Romagnolo, inducono alcune riflessioni sul modo in cui viviamo i rapporti tra l’uomo e il resto della natura.
Protagoniste di entrambi gli episodi sono persone degne della massima stima: amano appassionatamente la natura, e sono disposte a darsi da fare per essere d'aiuto. A volte però, dimenticano di approcciare gli animali con un’ottica ecologica, nel senso proprio del termine, cioè tenendo conto del contesto e dell’ambiente nel quale si trovano, e li osservano con occhi filtrati da prospettive, sentimenti e valori strettamente umani, completamente estranei ai meccanismi naturali.
La natura ha regole ferree ed estremamente complesse, ma nessuna etica, non è “buona” nel senso che noi esseri umani diamo a questo termine. I suoi meccanismi producono vita e morte, senza chiedersi se sia “giusto” o “sbagliato”.
Per rimanere agli episodi da cui siamo partiti, un cucciolo solo non è necessariamente abbandonato, probabilmente è in attesa che la madre venga a recuperarlo. Spostarlo o semplicemente toccarlo significa spesso condannarlo a morte. Se è rimasto effettivamente solo, ad esempio perchè non tiene il passo del suo gruppo, i meccanismi della natura prevedono che soccomba, evitando in questo modo che un esemplare debole sia un peso o un pericolo per il branco, e che i suoi geni vengano trasmessi alle generazioni successive. Può sembrare un meccanismo crudele o cinico, ma questi sono aggettivi che si addicono alle relazioni umane. Per la natura, e per gli scienziati che la studiano e la comprendono compiutamente, questa si chiama selezione naturale, ed è il processo fondamentale dell’evoluzione, che ha portato tutte le specie, incluso l’uomo, ad avere le caratteristiche che oggi conosciamo.
Tentare, sia pure animati da buone intenzioni, di modificare questi processi, è nella migliore delle ipotesi inutile, in molti casi dannoso.


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