Dall'immortale "Bar Sport" di
Stefano Benni: “democristiano, con paurosi
sbandamenti fascisti quando le cose vanno male”.
Non trovo frase migliore
per descrivere la deriva della comunicazione politica, in questa interminabile,
estenuante campagna elettorale: un profluvio di “degrado” e “sicurezza”, parole
e concetti tagliati con l’accetta, usati ad arte per titillare la pancia,
offuscare la memoria, far pregustare il sempre inebriante “afrore di
manganello” (altra citazione, stavolta Montanelli), e coprire un siderale vuoto
di cultura, idee e progetti. A Parma si vota per il Sindaco tra pochi mesi, e
il degrado e la sicurezza sono le parole d’ordine più in voga. Quale degrado?
Quello delle panchine occupate da facce che non ci piacciono? Quello dei sacchi
di spazzatura lasciati in giro da cittadini incivili più che da inefficienze
del servizio di raccolta? Quello del verde pubblico non proprio tirato a
lucido? Sono certamente problemi concreti, che le istituzioni sono tenute ad
affrontare e risolvere. Così come non si possono sottovalutare le
preoccupazioni suscitate dai troppi episodi di spaccio, furti, e microcriminalità
varia.
Ma davvero è tutto qui? Solo
questo è degrado? Solo questa è sicurezza?
Personalmente, vedo
il degrado nel continuo sorgere di strade, condomini e centri commerciali, gusci
vuoti senza senso e senza futuro, orchi di cemento e asfalto, che si mangiano
pezzi dell’ormai ex food valley per soddisfare una bulimia palazzinara che non
concede requie.
Mi fanno sentire
insicuro i complici di quindici anni di saccheggio economico, urbanistico,
morale e sociale della città, che si riciclano senza pudore in cerca di nuove
poltrone.
Vedo il degrado
nell’ecatombe delle storiche società sportive di vertice, per decenni gloria,
orgoglio e motore di Parma, abbandonate al loro destino da una classe
imprenditoriale avida, pavida e parolaia.
Mi fa sentire
insicuro il continuo stillicidio di bancarotte da prima pagina, scorribande di
colletti bianchi che minano i conti pubblici, distruggono posti di lavoro, rubano
il futuro ai nostri figli.
Nei prossimi mesi riusciremo a sentire qualche
risposta anche a queste domande, possibilmente non a base di frasi fatte da
quattro soldi?
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