lunedì 19 settembre 2016

degrado, sicurezza, e afrore di manganello



Dall'immortale "Bar Sport" di Stefano Benni: “democristiano, con paurosi sbandamenti fascisti quando le cose vanno male”.
Non trovo frase migliore per descrivere la deriva della comunicazione politica, in questa interminabile, estenuante campagna elettorale: un profluvio di “degrado” e “sicurezza”, parole e concetti tagliati con l’accetta, usati ad arte per titillare la pancia, offuscare la memoria, far pregustare il sempre inebriante “afrore di manganello” (altra citazione, stavolta Montanelli), e coprire un siderale vuoto di cultura, idee e progetti. A Parma si vota per il Sindaco tra pochi mesi, e il degrado e la sicurezza sono le parole d’ordine più in voga. Quale degrado? Quello delle panchine occupate da facce che non ci piacciono? Quello dei sacchi di spazzatura lasciati in giro da cittadini incivili più che da inefficienze del servizio di raccolta? Quello del verde pubblico non proprio tirato a lucido? Sono certamente problemi concreti, che le istituzioni sono tenute ad affrontare e risolvere. Così come non si possono sottovalutare le preoccupazioni suscitate dai troppi episodi di spaccio, furti, e microcriminalità varia.
Ma davvero è tutto qui? Solo questo è degrado? Solo questa è sicurezza?



Personalmente, vedo il degrado nel continuo sorgere di strade, condomini e centri commerciali, gusci vuoti senza senso e senza futuro, orchi di cemento e asfalto, che si mangiano pezzi dell’ormai ex food valley per soddisfare una bulimia palazzinara che non concede requie.

Mi fanno sentire insicuro i complici di quindici anni di saccheggio economico, urbanistico, morale e sociale della città, che si riciclano senza pudore in cerca di nuove poltrone.

Vedo il degrado nell’ecatombe delle storiche società sportive di vertice, per decenni gloria, orgoglio e motore di Parma, abbandonate al loro destino da una classe imprenditoriale avida, pavida e parolaia.

Mi fa sentire insicuro il continuo stillicidio di bancarotte da prima pagina, scorribande di colletti bianchi che minano i conti pubblici, distruggono posti di lavoro, rubano il futuro ai nostri figli.
Nei prossimi mesi riusciremo a sentire qualche risposta anche a queste domande, possibilmente non a base di frasi fatte da quattro soldi?

Nessun commento:

Posta un commento