Come molti, tento di tenermi in forma andando a correre con
una certa regolarità. Capita a volte di essere un po’ raffreddati, il naso
chiuso, un po’ di mal di gola, e di pensare “vado lo stesso, una bella sudata e
passa tutto”. A volte funziona, a volte no,
ma di certo, se uno va a farsi una bella corsetta con la polmonite, bene
che gli vada finisce in ospedale.
Ecco,
Roma oggi è questo: un corpo esausto, fiaccato da anni di assalto di parassiti
insaziabili, attuamente in cura presso medici di dubbio talento e nessuna
esperienza, a cui si vorrebbe chiedere uno sforzo paragonabile ad una maratona. Ammesso e non concesso che sia in grado di portare a termine la prova, c’è il
rischio che la fatica lo riduca in un stato dal quale potrebbe non riprendersi.
Fuor di metafora, credo molto semplicemente che oggi Roma e l’Italia non siano in grado di
accollarsi l’onere di organizzare un’Olimpiade.
Credo che manchino gli anticorpi per arginare il prevedibile assalto di
tangentari, mafiosi e palazzinari, meno che mai li può fornire la balbettante
amministrazione che ha preso in mano Roma. Sarei felicissimo di vedere un
grande evento come le olimpiadi in Italia, ma credo che rimandarlo a momenti
più adatti sia un gesto di realismo e responsabilità. Il modello Expo, con il
buco miliardario, la BreBeMi, le mazzette, ha un saldo costi-benefici che non
possiamo permetterci.
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