Si potrebbe partire dagli alberi di natale per raccontare una storia. Una storia iniziata nel 2012 con l'ormai dimenticato albero a pedali, e terminata nel 2016 con orrendi coni tempestati di lampadine e ornati da uno scudo crociato. È stato l'assessore Casa, vantandosi di avere incenerito 125mila euro per luminarie di chiaro stampo ubaldi-vignalesco, a spiegare che l'albero "ecologico" era stato un ripiego un po' sfigato, imposto dallo stato di dissesto delle casse comunali. LEGGI
Rimessi sotto controllo i conti, ecco che si può tornare serenamente al gioioso spreco di elettricità e ai cadaveri di abeti trentennali segati per arredare una piazza per venti giorni.
Peccato che qualche ingenuo avesse letto nell'albero con le cyclette un primo segnale tangibile del tanto sbandierato cambiamento di paradigma nell'amministrazione cittadina, nel quale allora qualcuno credeva. Invece si era trattato solo di una parentesi da straccioni, in attesa di tornare ad illuminare a giorno le vie dello shopping come consumismo comanda.
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