giovedì 22 settembre 2016

Olimpiadi, perchè NO?


Come molti, tento di tenermi in forma andando a correre con una certa regolarità. Capita a volte di essere un po’ raffreddati, il naso chiuso, un po’ di mal di gola, e di pensare “vado lo stesso, una bella sudata e passa tutto”. A volte funziona, a volte no,  ma di certo, se uno va a farsi una bella corsetta con la polmonite, bene che gli vada finisce in ospedale.  

Ecco, Roma oggi è questo: un corpo esausto, fiaccato da anni di assalto di parassiti insaziabili, attuamente in cura presso medici di dubbio talento e nessuna esperienza, a cui si vorrebbe chiedere uno sforzo paragonabile ad una maratona. Ammesso e non concesso che sia in grado di portare a termine la prova, c’è il rischio che la fatica lo riduca in un stato dal quale potrebbe non riprendersi.


Fuor di metafora, credo molto semplicemente che oggi  Roma e l’Italia non siano in grado di accollarsi l’onere di organizzare un’Olimpiade.  Credo che manchino gli anticorpi per arginare il prevedibile assalto di tangentari, mafiosi e palazzinari, meno che mai li può fornire la balbettante amministrazione che ha preso in mano Roma. Sarei felicissimo di vedere un grande evento come le olimpiadi in Italia, ma credo che rimandarlo a momenti più adatti sia un gesto di realismo e responsabilità. Il modello Expo, con il buco miliardario, la BreBeMi, le mazzette, ha un saldo costi-benefici che non possiamo permetterci. 

lunedì 19 settembre 2016

degrado, sicurezza, e afrore di manganello



Dall'immortale "Bar Sport" di Stefano Benni: “democristiano, con paurosi sbandamenti fascisti quando le cose vanno male”.
Non trovo frase migliore per descrivere la deriva della comunicazione politica, in questa interminabile, estenuante campagna elettorale: un profluvio di “degrado” e “sicurezza”, parole e concetti tagliati con l’accetta, usati ad arte per titillare la pancia, offuscare la memoria, far pregustare il sempre inebriante “afrore di manganello” (altra citazione, stavolta Montanelli), e coprire un siderale vuoto di cultura, idee e progetti. A Parma si vota per il Sindaco tra pochi mesi, e il degrado e la sicurezza sono le parole d’ordine più in voga. Quale degrado? Quello delle panchine occupate da facce che non ci piacciono? Quello dei sacchi di spazzatura lasciati in giro da cittadini incivili più che da inefficienze del servizio di raccolta? Quello del verde pubblico non proprio tirato a lucido? Sono certamente problemi concreti, che le istituzioni sono tenute ad affrontare e risolvere. Così come non si possono sottovalutare le preoccupazioni suscitate dai troppi episodi di spaccio, furti, e microcriminalità varia.
Ma davvero è tutto qui? Solo questo è degrado? Solo questa è sicurezza?



Personalmente, vedo il degrado nel continuo sorgere di strade, condomini e centri commerciali, gusci vuoti senza senso e senza futuro, orchi di cemento e asfalto, che si mangiano pezzi dell’ormai ex food valley per soddisfare una bulimia palazzinara che non concede requie.

Mi fanno sentire insicuro i complici di quindici anni di saccheggio economico, urbanistico, morale e sociale della città, che si riciclano senza pudore in cerca di nuove poltrone.

Vedo il degrado nell’ecatombe delle storiche società sportive di vertice, per decenni gloria, orgoglio e motore di Parma, abbandonate al loro destino da una classe imprenditoriale avida, pavida e parolaia.

Mi fa sentire insicuro il continuo stillicidio di bancarotte da prima pagina, scorribande di colletti bianchi che minano i conti pubblici, distruggono posti di lavoro, rubano il futuro ai nostri figli.
Nei prossimi mesi riusciremo a sentire qualche risposta anche a queste domande, possibilmente non a base di frasi fatte da quattro soldi?

sabato 17 settembre 2016

uniamo i puntini




In pochi giorni:

Una ragazzina struprata per anni, ma dicono in paese che se l’è cercata, ‘sta zoccoletta (di 13 anni, tredici anni!) che non sapeva stare al suo posto.

Una donna suicida per la vergogna, ma dicono i social che se l’è cercata, ‘sta troia che aveva accettato di girare dei video per compiacere il partner. (Nel frattempo i suoi assassini, i baldi maschioni che hanno diffuso i video, rimangono ancora anonimi e impuniti LEGGI )

L’ennesima donna ammazzata a coltellate dall’ex, pur di non restituirle la sua vita, della quale si riteneva proprietario.

Tutto nell'Italia dei fertility day, dei family day, delle sentinelle in piedi, delle scuole con l’ora di religione ma senza un minuto di educazione sessuale. Lo stesso paese che svetta nel mondo per consumo di pornografia.

Credo che, provando a unire i puntini, non sia difficile capire che siamo di fronte ad un unico, grande problema, vecchio di secoli, che forse è venuto il momento di affrontare.

Oppure continuiamo pure a far finta di niente, e ad indignarci per niqab e burkini.